mercoledì, 15 marzo 2017
Gli operai della INNSE di Milano, dopo la storica vittoria del 2009 sono tornati a bloccare i cancelli della fabbrica.
Senza alcuna assicurazione sul rilancio industriale dell’azienda la FIOM ha firmato un accordo con il Gruppo Camozzi, attuale proprietario dell’industria, che prevede, tra l’altro, l’accompagnamento non volontario alla pensione di un certo numero di operai.
I lavoratori, posti di fronte ad un accordo calato dall’alto, che non fornisce garanzie sul piano industriale e che non rispetta il principio di volontarietà, l’hanno rigettato. A tutta risposta l’azienda ha proceduto con 4 licenziamenti giustificati da una presunta ristrutturazione aziendale che prevederebbe la chiusura dei reparti ove sono impiegati i 4 lavoratori. A seguito di ciò la solidarietà operaia si è messa subito in moto con la proclamazione dello sciopero ad oltranza e con un presidio che da diversi giorni raduna davanti alla fabbrica operai e solidali.
Di provocazione in arroganza l’azienda è persino arrivata a spedire lettere di contestazione disciplinare ai lavoratori per assenza ingiustificata. Azioni che non fanno che compattare il fronte operaio.
Gli operai sono disponibili ad aprire un tavolo di trattative con la proprietà che porti ad una soluzione condivisa e democraticamente accettata dai lavoratori, ma questo solo a seguito del ritiro immediato dei licenziamenti. Fino ad allora il presidio e lo sciopero continueranno.
Anche USB si schiera a supporto della lotta operaia portando di giorno in giorno presenza e solidarietà davanti ai cancelli.
USB è con gli operai della INNSE che alzano la testa rivendicando lavoro, salario, diritti e dignità.